Dragon half
La vita, in un universo fantasy, non è tutta rose e fiori. Uno pensa: che bello, si sta sempre in giro con il party, ogni tanto affetti degli orchetti, quando sei abbastanza potente puoi ammazzare i nemici con una caccola, non esiste Windows 95 (e soprattutto Bill Gates)… E INVECE NO! Anche la piccola Mink ha i suoi problemucci adolescenziali mica da ridere. Ma partiamo dal principio…
Tanto tempo fa, in un paese lontano, un drago stava seminando il terrore un po’ ovunque nel regno. Il re, preoccupato per le sorti della popolazione (in realtà aveva paura che non ci fosse abbastanza gente per pagargli le tasse),decise di mandare Ruth, detto il “Fulmine Rosso”, a fare il mazzo al rettile volante. Tutto sarebbe andato per il verso giusto, se non fosse che al “Fulmine Rosso” viene la felice idea di innamorarsi del drago, anzi draghessa, anch’essa rossa, e di fuggire con lei per altri lidi. Dall’unione dei due nacque Mink, una mezzo-drago (DragonHalf appunto), ovvero una ragazzina dall’aspetto umano, ma munita di orecchie, ali, coda e forza di ovvia derivazione draghesca.
Dicevamo che la nostra piccola Mink ha qualche problema, difatti è innamorata di Saucer, aitante cacciatore di draghi e cantante a tempo perso. Gli ostacoli che si frappongono tra Mink e il suo bello sono essenzialmente la sua natura draghesca e la principessa Vina, padrona della magia nera e fondatrice, nonché presidentessa del fan club di Saucer. Quindi, per eliminare almeno una parte dei suoi problemi, Mink decide di partire alla ricerca della People potion, una pozione che le permetterà di diventare completamente umana.
Narra infatti la leggenda che una piccola slime (essere animato di forma sferoidale, composto unicamente da una sostanza gelatinosa. ndRyo particolarmente colto)(praticamente una PALLA DI MUCO!NdTribalParticolarmentePratico), innamoratasi del re, prese la People potion, diventò umana e riuscì a coronare il suo sogno divenendo regina. La poveretta però nonostante fosse umana a tutti gli effetti, partorì una piccola slime, morendo per la grossa “emozione” e facendo perdere al re l’unico capello che gli cresceva sulla testa. Indovinate chi era la baby-slime figlia del re? Bravi, proprio Vina, diventata umana grazie ad un incantesimo. Purtroppo il cammino di Mink sarà ostacolato dagli sgherri del re, deciso a tutto pur di punire la ragazza a causa del tradimento del padre. Immaginate poi, quando il re le mette contro il suo adorato Saucer…
Queste sono le premesse di uno degli OAV più demenziali che abbia mai visto in vita mia: era dai tempi di “Due come noi” che non ridevo così tanto davanti al video. La storia in realtà potrà sembrare banale (e in effetti lo è), ma sfido chiunque a rimanere impassibile per tutta la durata dei video. Quando anche la più stupida delle situazioni diventa drammatica, la tensione cala senza potersene rendere conto, trasformando i personaggi in super deformed (ovvero da alti e slanciati, diventano bassi, tozzi e con un faccione da paura). I disegni sono ottimi, soprattutto in virtù del fatto che hanno un tratto molto pulito e sono ben colorati. Le animazioni sono nella media (si è visto certamente di meglio), e devo dire che anche il character design non mi ha convinto del tutto: personalmente l’ho trovato troppo spigoloso in alcuni punti (quando i personaggi sono in SD)e troppo morbido in altri, anche se, tuttavia, si rivela molto simile a quello del fumetto. Una grandissima nota di merito va alle musiche, che, anche se non sono tantissime, creano la giusta atmosfera (imperdibile la tipica musichetta stupida giapponese che sottolinea la fuga di Ruth e del drago) e alla sigla finale “Pappara funi funi”, che oltre a essere pressochè incantabile, presenta qua e là dei piccoli tocchi di classe come “L’inno alla gioia”, tra l’altro presente anche in Evangelion (non c’entra nulla ma va bene lo stesso). Detto così, questi OAV non potranno sembrare nulla di particolari, ma considerati nella loro globalità sono dei prodotti sicuramente oltre la media, dal momento che la loro forza non si basa sullo spessore tecnico, ma su quello narrativo e demenziale, veramente fuori categoria.
Prima di concludere, una nota personale: la versione da noi recensita era quella con sottotitoli in inglese; ciò ci ha permesso di apprezzare il favoloso doppiaggio giapponese, che possiede delle voci così stupide che si adattano perfettamente alla atmosfera demenziale dell’OAV. Sinceramente, nonostante i nostri doppiatori siano molto bravi, non credo che un eventuale doppiaggio possa essere all’altezza di questo, visto che l’estensione vocale dei giapponesi è molto diversa dalla nostra. La soluzione ottimale sarebbe quella dei sottotitoli, visto che permettono di godere gli OAV in tutte le loro sfaccettature, ricordandosi però di sottotitolare anche le canzoni, cosa che sia Yamato che Dynamic dovrebbero imparare a fare.