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Battle Angel Alita

Battle Angel Alita

Cominciamo dalle basi: si dice Alìta (con l’accento sulla i) e non àlita (come dice quel maraglio di Goku)(sei solo invidioso dei miei occhiali stupendi. ndGoku), e lasciate stare le stupide battute su problemi di alito, ecc. Comunque, al contrario di quanto sostiene qualcuno, il manga di Yukito Kishiro è un degno rappresentante del genere cyberpunk fantascientifico; in detto fumetto si narrano le vicende di una ragazzina cyborg che, recuperata dal dottore (o meccanico?) Ido Daisuke, viene da lui ricostruita (labbra al silicone, seno in acciaio inox, e f…CENSURA) e “battezzata” Alita. Già, infatti lei non ricorda nulla (circa una Valeria)(per capire l’arguta battuta del recensore, pensate alla bionda modella che ha presentato Sanremo ‘96 con Pippo Baudo, indi scambiate il nome col cognome e inorridite… ndRyo) e solo col tempo (e con tanto sangue)(e tanta MM… ndThomas Prostata(c)) riaffiorano parti del suo oscuro passato che la delineano sempre più come una spietata guerriera.

Se la psicologia dei vari personaggi è ben curata e marcata, altrettanto curati sono i particolari di background; l’ambiente della “Città-Discarica” pullula di vita propria, un popolo sul quale incombe sinistramente la città volante, irraggiungibile oltre le nuvole, di Salem (o Zalem, nell’OAV, o, molto più evocativo, Tiphares nell’edizione americana). La “Discarica” è il ricettacolo dei rifiuti, umani e non, di Salem e non è certo un ambiente facile dove vivere; è qui dove Alita si muove, principalmente, ed è qui dove imparerà molte cose sulla vita e sugli altri …

Viene (Aahhhhh.. ndReda) spontaneo il raffronto con l’OAV targato Manga video/Polygram; “Battle angel Alita”, è molto “riduttivo” rispetto al fumetto, infatti sono i combattimenti l’asse portante di questa produzione KSS. A mio parere ciò rende tutta la vicenda molto meno avvincente e profonda; l’introspezione dei personaggi è ridotta all’osso e il doppiaggio (non proprio eccelso) non contribuisce certo a renderli più convincenti. Il character design, affidato all’inossidabile Nobuteru Yuki (Lodoss War, il videoclip di X, AngelCop,Wheatering Continent…ndPelo)(ma cos’è? La recensione di Alita o la filmografia di Yuki?ndRyo), è molto più “tagliente” e “spigoloso” che nel fumetto, ma comunque ineccepibile! Degne di nota sono, inoltre, le animazioni, molto fluide e dinamiche, che infondono una velocità nei combattimenti veramente sorprendente! In poche parole un’ottima produzione, che ricalca solo a grandi linee uno splendido fumetto, che, sinceramente supera (graficamente e nella storia) opere mediocri spacciate per capolavori solo perchè disegnate da autori di successo. E non voglio fare nomi (o dovrei dire titoli?): Cyber Blue di Tetsuo Hara (Vincitore del premio “Fumetto di m***a ‘96” ndRyo)(Esagerato in fondo è sempre la terza serie del mitico Kansiro ndPelo). TIE’!

Ultima notizia, essendosi conclusa nel 1995, Alita ha lasciato “orfani” molti fans (io in primis) eppure (per la serie “Sometimes … they come back” ndPelo) pare proprio che in Giappone si stia muovendo qualcosa, Yukito Kishiro ha ripreso, secondo le ultime notizie, a disegnare le avventure della nostra eroina, con un diverso stile grafico; ora un solo dubbio mi attanaglia: riusciremo mai a vederle qui in Italia?(che rima maraglia … )

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